Il diritto commerciale è una sotto-categoria del diritto privato, nata nel XVI secolo in Italia. Consiste in tutte quelle norme che regolano i contratti, la produzione e lo scambio della ricchezza, oltre alle attività delle società. Il diritto commerciale in quanto tale si sviluppa intorno al concetto di impresa, dall’attività imprenditoriale all’esercizio. L’ampiezza dell’argomento è tale che le normative non prendono in considerazione solo l’aspetto societario dello scambio, ma anche quello individuale. I media confondono spesso il diritto commerciale con il diritto industriale, ma è in realtà il genitore del diritto societario e del diritto fallimentare.
Sommario
ToggleL’imprenditore nel diritto commerciale
L’art. 2082 del Codice Civile sancisce che l’imprenditore è quella figura che esercita un’attività economica a livello professionale, con lo scopo della produzione o dello scambio di beni e servizi. L’impresa si può distinguere in base all’oggetto dell’attività e alle dimensioni. Secondo l’art. 2135, la prima distinzione fondamentale è quella tra l’impresa agricola, meglio precisata nell’art. 2135, e l’impresa commerciale, trovabile nell’art. 2195. Dal momento che si tratta di tipologie differenti, il Codice fornisce due differenti corpora di norme applicabili. Il terzo criterio di categorizzazione è invece la natura del soggetto dell’impresa: si tratta di un’impresa portata avanti da un soggetto singolo o di una società ad esercizio collettivo?
Risulta necessario specificare che l’imprenditore non è chi svolge attività economiche con cadenza occasionale. L’attività deve essere registrata e abituale. Inoltre, l’imprenditore non fa il professionista: a prescindere dalla natura economica dell’attività, il carattere di imprenditorialità è dato dalla parte intellettuale delle sue prestazioni.
Storia del diritto commerciale
Il diritto commerciale deve le sue basi alla lex mercatoria, stipulata nel basso medioevo. L’insieme di queste norme nasce dall’esigenza sempre più pressante di commerciare a partire dal 1300 in Italia. Dalla necessità di trovare accordi validi a livello sovranazionale, la lex mercatoria ha cercato di trovare soluzioni a problemi riguardati i trasporti, le polizze di carico, l’assicurazione e così di seguito. Se anche l’odierno diritto commerciale è andato ben oltre le regole dell’epoca, la lex mercatoria ci ha trasmesso strumenti fondamentali come la cambiale, la lettera di cambio o le lettere di credito. Fissata come punto di partenza, ha permesso la nascita di alcune delle fonti di diritto fondamentali oggi parte del commercio internazionale: le codificazioni IATA e Incoterms, nonché le moderne legislazioni.
Uno dei primi codici in merito è il Codice di Commercio risalente al 1865, in cui la caratteristica fondamentale è l’attenzione alla ricchezza nobiliare. Il suo adattamento del 1881 come primo codice post-unitario lo rende il primo Codice di Comemrcio. In seguito, a partire dal 1942, si stabilì l’unificazione del diritto privato e l’integrazione del diritto commerciale al diritto civile.
Ad oggi, il Codice Civile è la legislazione principale vigente in Italia.