La separazione matrimoniale è quel procedimento giuridico che permette a due coniugi di separarsi formalmente. Ma prima di entrare nel dettaglio sulle possibilità a disposizione dei due coniugi, è bene tenere distinti i concetti di separazione e di divorzio. La separazione corrisponde infatti, nella maggior parte dei casi, a un passaggio obbligato per il divorzio. Questo accade perché l’ordinamento giuridico italiano non prevede il divorzio diretto, a differenza di altri paesi. Ciò significa che dopo il passaggio della separazione non è obbligatorio arrivare al divorzio. Tuttavia, chi vuole divorziare è generalmente obbligato a passare per la separazione. Per saperne di più sui documenti necessari e sui costi, consulta il nostro articolo su quanto costa separarsi.
Le possibilità di separazione matrimoniale
Sebbene la separazione matrimoniale sia un passaggio obbligato, il sistema giuridico italiano prevede comunque diverse possibilità fra cui scegliere.
La prima possibilità è la separazione consensuale. In questo caso, esiste un accordo tra i coniugi al quale si arriva autonomamente o tramite l’assistenza di un legale. Generalmente, l’assistenza dell’avvocato unico è stabilita in base al tribunale di competenza, ma sono molti i casi in cui il legale può essere unico per entrambi i coniugi. Nell’accordo è importante stabilire le questioni più importanti, ovvero l’affidamento condiviso dei figli, la scelta della collocazione prevalente per il figlio, il contributo al mantenimento dei figli e così via. Quando l’accordo è raggiunto, i coniugi si recano al tribunale per confermarlo.
La seconda possibilità è la negoziazione assistita, in cui i coniugi sono rappresentati da due avvocati diversi e il cui scopo è arrivare a una separazione consensuale. Questa procedura deve durare da un minimo di 30 giorni ad un massimo di 3 mesi per legge. L’accordo raggiunto viene poi depositato presso la Procura della repubblica e il giudice verifica poi congruità con gli interessi di tutte le parti coinvolte, compresa la prole. Infine, il documento viene trasmesso al comune ai fini dell’annotazione sull’atto di matrimonio. Per richiedere un divorzio sarà poi necessario attendere 6 mesi.
La terza possibilità e la separazione giudiziale. In questo caso, la separazione matrimoniale avviene senza un accordo di fondo tra i coniugi ed è per questo definita “conflittuale”. La procedura da avviare è chiaramente diversa. È necessario presentare un ricorso in tribunale e presenziare all’udienza in cui il giudice verificherà la non possibilità di accordo tra le parti e la legalità dei provvedimenti concordati, nello specifico, relativi a gestione degli immobili, affidamento dei figli e assegno di mantenimento. In questo caso, i tempi per la separazione possono raggiungere anche i due anni, soprattutto se si ricorre a consulenze, testimonianze o se si verificano delle accuse.
Infine, abbiamo la possibilità della pratica collaborativa, ovvero un modo non contenzioso di risoluzione di un conflitto familiare. La pratica avviene infatti in via stragiudiziale e includendo nelle trattative anche le parti con i loro legali, con l’obiettivo di raggiungere soluzioni concordate. Si tratta essenzialmente di un modo di risolvere la questione più collaborativo e consente di arrivare ad un accordo reale più facilmente grazie alla buona fede e all’impegno delle parti. Tuttavia, nel caso in cui la pratica fallisca, il legale non potrà assistere il cliente nella causa contenziosa.
Per maggiori informazioni, vi indirizziamo alla pagina Wikipedia sulla separazione.